Il catastrofico terremoto della Marsica è uno dei disastri sismici più importanti e famosi della storia italiana: oltre 30.000 morti ed enormi distruzioni in tutti i paesi della zona del Fucino, alcuni dei quali furono completamente rasi al suolo con un’altissima mortalità. Avezzano, principale centro amministrativo dell’area, perse più dell’80% dei suoi abitanti (10.700 morti su un totale di poco più di 13.000 residenti), Gioia dei Marsi il 78%, Albe il 72%, Ortucchio e Pescina il 47%. Gli effetti più distruttivi interessarono non solo l’area del Fucino ma anche la Val Roveto, il Cicolano e la zona di Sora, nel Frusinate. Danni di varia entità furono complessivamente riscontrati in circa 700 località sparse in un’area molto vasta, estesa a 6 regioni: Abruzzo, Lazio, Molise, Marche, Umbria e alcune località del Casertano, in Campania. Fra le città danneggiate anche Roma, dove decine di edifici e di chiese rimasero lesionati e ci furono alcuni crolli.La scossa principale fu avvertita in una vastissima area: fino al Veneto e alla Lombardia, verso nord, e fino alla Puglia e alla Basilicata verso sud. Le repliche si susseguirono per 4 anni; solo nei primi sei mesi successivi al grande terremoto l’osservatorio di Rocca di Papa registrò quasi 1300 scosse di varia intensità.
13 gennaio 1915, Avezzano
