Tra il gennaio e il febbraio 1703 una serie di fortissimi terremoti colpì un’ampia area dell’Italia centrale; molte località dell’area compresa tra Norcia, Cittareale e L’Aquila furono completamente distrutte. Danni di varia entità interessarono tutta l’Italia centrale da Camerino a Roma e da Orvieto a Sulmona. Le vittime complessivamente furono circa 10.000.La prima grande scossa avvenne la sera del 14 gennaio e colpì l’area tra la Valnerina e l’Alto Reatino. Un’ottantina di località, tra cui Norcia, Cascia e Amatrice, subirono gravissime distruzioni e crolli estesi a gran parte del patrimonio edilizio, Cittareale fu praticamente rasa al suolo. Gravi danni e alcuni crolli si ebbero anche a Spoleto, Rieti, Leonessa e Cittaducale. Danni diffusi si verificarono in numerosi centri all’interno di una vasta area tra Umbria, Lazio, Marche e Abruzzo. Furono danneggiate, tra le altre, anche le città dell’Aquila, Foligno, Orvieto e Roma. La scossa fu avvertita dalla Campania all’Emilia Romagna e, in modo appena percettibile, addirittura fino a Milano, Venezia e Trento.Il 16 gennaio una nuova forte scossa aggravò notevolmente i danni e causò ulteriori distruzioni nell’area tra Umbria meridionale e Reatino. Il 2 febbraio un violento terremoto colpì un’area più a sud-est rispetto a quella devastata dalle precedenti scosse. Le distruzioni maggiori si verificarono nell’Aquilano. Le repliche, molto forti e numerose nei primi mesi, si susseguirono per circa 2 anni.
14 gennaio 1703, Appennino umbro-reatino
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