20 marzo 1731, Foggiano

Verso le 4 del mattino a Foggia una fortissima scossa di terremoto causò il crollo di circa un terzo degli edifici e danni gravi agli altri. Lo scuotimento fece schizzare fuori l’acqua da pozzi profondi circa 6 metri, causando l’allagamento di alcuni vigneti. Oltre Foggia subirono danni particolarmente gravi vari centri della pianura foggiana e delle colline circostanti (Cerignola, Ortanova, Ascoli Satriano etc.). Diffusi ma meno distruttivi furono i danni riscontrati in diverse altre località pugliesi (Andria, Manfredonia, San Severo, Trani) e molisane (Avigliano, Bitetto, Melfi). A Foggia si contarono circa 500 vittime. Resta imprecisato il numero dei morti nei dintorni. La scossa principale, avvertita fino a Roma, Napoli e lungo la costa dell’Adriatico meridionale, fu seguita da repliche forti nella giornata del 20 marzo e più leggere la notte seguente. Alle 8.30 del mattino dopo ce ne fu una molto forte che causò nuovi danni a Foggia. Questo terremoto gettò Foggia, che era un importante centro amministrativo e commerciale, in una grave crisi conomica. Esso impedì lo svolgimento della Gran Fiera di Maggio e ridusse letteralmente alla fame la popolazione per il crollo di quasi tutti i mulini e i forni che rese molto difficile la preparazione del pane. Inoltre la primavera del 1731 fu estremamente fredda, accrescendo così i disagi della popolazione.

Dati e mappe interrogabili: Database Macrosismico Italiano DBMI15