26 settembre 1933, Maiella

Un forte terremoto, preceduto da alcune scosse minori, colpì nelle prime ore del 26 settembre l’Abruzzo centro-meridionale. Gli effetti più disastrosi si ebbero sul versante sud-orientale del massiccio della Maiella, nell’alta valle del fiume Aventino. I centri montani di Lama dei Peligni e Taranta Peligna (CH) subirono estese distruzioni, molte case crollarono o furono gravemente lesionate da risultare inagibili. In una decina di altre località dell’area attorno alla Maiella, compresa la città di Sulmona, si verificarono danni gravi con crolli e lesioni diffuse. Danni meno gravi si ebbero in numerosi centri delle province di Chieti, Pescara, L’Aquila, Teramo e Isernia.Il risentimento si estese anche alle regioni limitrofe: la scossa principale fu infatti avvertita, con varia intensità, in Umbria, Marche, Lazio, Molise e, in modo più sporadico, anche nel Foggiano e in Campania.Il numero complessivo delle vittime (12, di cui 7 a Lama dei Peligni) fu relativamente basso perché gran parte della popolazione aveva abbandonato le abitazioni a seguito di diverse scosse avvenute nelle ore precedenti l’evento principale.

Dati e mappe interrogabili: Database Macrosismico Italiano DBMI15