La mattina del 29 giugno 1873, poco prima delle ore 5 (3:58 GMT), un violento terremoto colpì la regione veneta e danneggiò gravemente un’ampia area a cavallo delle attuali province di Belluno, Treviso e Pordenone. Gli effetti maggiormente distruttivi interessarono la conca dell’Alpago, pochi chilometri a est di Belluno, dove alcuni villaggi furono quasi completamente distrutti. Gravi danni e crolli diffusi si ebbero in tutta la zona attorno al lago di Santa Croce e nel tratto della valle del Piave attorno a Belluno, oltre che in alcune località del trevigiano e del pordenonese a sud dell’altopiano del Cansiglio. La stessa città di Belluno fu gravemente danneggiata, alcuni edifici crollarono e molti altri dovettero essere demoliti. In tutta l’area maggiormente colpita si contarono un’ottantina di vittime.Danni più contenuti, da moderati a leggeri, furono riscontrati in una vasta area dell’Italia nord-orientale. In città come Vicenza, Verona, Udine, Trieste, Pordenone e Gorizia si ebbero lesioni lievi nei muri degli edifici, cadute di camini e crolli di cornicioni.Il terremoto fu avvertito in un’area vastissima, estesa a tutta l’Italia settentrionale e ad alcune località della Svizzera, della Baviera, della Slovenia e dell’Austria. Fu forte ma senza danni in città come Milano, Bologna e Modena; leggero o appena percettibile fino a Genova e Torino, verso sud-ovest, e fino alla Toscana, le Marche e l’Umbria, verso sud.La scossa principale del 29 giugno fu seguita da numerose repliche per circa due mesi. Alcune di queste causarono ulteriori danni.
Dati e mappe interrogabili: Database Macrosismico Italiano DBMI15