Neanche un mese dopo l’armistizio dell’8 settembre, mentre l’Italia stava per piombare nella fase più atroce della seconda guerra mondiale, un forte terremoto colpì le Marche meridionali, devastando i comuni di Castignano e Offida e danneggiando gravemente tutta la provincia di Ascoli Piceno. Sia nei centri abitati sia in campagna gran parte degli edifici subì lesioni che in molti casi costrinsero gli abitanti a ricoverarsi in rifugi di fortuna. Danni di entità progressivamente meno grave si ebbero nelle limitrofe province di Teramo e Macerata. La concomitanza della guerra non solo aggravò il disagio dei sopravvissuti (a favore dei quali poterono essere attuate solo misure palliative delle più urgenti esigenze di sussistenza) ma rallentò il rilievo dei danni e le operazioni di riattamento, che nella maggior parte dei casi furono avviate solo dopo il passaggio del fronte (1944) o addirittura a guerra finita. I danni causati dal terremoto furono perciò pesantemente alterato dai successivi eventi bellici, dalle intemperie e dalla mancanza di interventi tempestivi di restauro.
3 ottobre 1943, Offida
