30 aprile 1279, Appennino umbro-marchigiano

Nel tardo pomeriggio del 30 aprile ci fu un grande terremoto nell’Appennino umbro-marchigiano. Poche ore dopo la mezzanotte del 1 maggio ce ne fu un altro nell’Appennino tosco-emiliano. Per questa coincidenza diversi cronisti medievali scambiarono i due eventi per un unico catastrofico terremoto che avrebbe devastato gran parte dellI’talia centrale. Anche se le cose non andarono così il terremoto umbro-marchigiano fu comunque molto distruttivo. Moltissimi villaggi e castelli nelle montagne tra Nocera Umbra (PG) e Camerino (MC) crollarono in parte. Uno di essi, l’antenato dell’attuale Serravalle di Chienti (MC), fu sepolto da una frana. Subirono danni gravi numerose località delle Marche (Camerino, Cagli, Fabriano, Matelica, San Severino Marche, Cingoli) e dell’Umbria (Nocera Umbra, Foligno e Spello). La scossa fu avvertita almeno fino a Roma, dove si dice che abbia fatto smuovere anche la tavola alla quale il papa stava cenando. Ci furono molte vittime anche se non se ne sa il numero preciso. Sembra che le repliche siano proseguite fino al dicembre successivo. La notizia del terremoto del 1279 giunse fino all’Europa settentrionale: lo ricordano infatti cronache austriache, tedesche e polacche.

Dati e mappe interrogabili: Database Macrosismico Italiano DBMI15