30 settembre 1789, Val Tiberina

Il 30 settembre, poco dopo le 7 del mattino si sentì a Città di Castello una scossa di terremoto forte ma innocua. Circa 5 ore dopo una nuova e più violenta scossa portò la distruzione nei villaggi della pianura tra Città di Castello e Sansepolcro. Selci Cerbara, Grumale, Lama e San Giustino subirono danni gravissimi e nella sola Selci ci furono circa 60 vittime. L’area danneggiata si estendeva complessivamente da Sansepolcro ad Anghiari e Citerna e a sud fino a Montone. Sansepolcro e Città di Castello subirono danni di media gravità, a determinare i quali contribuirono peraltro anche le condizioni non ottimali degli edifici, già provati dagli effetti del terremoto cagliese del 3 giugno 1781. A Città di Castello sembra che il tipo di danno più grave e diffuso sia stato il crollo dei tetti, che provocò lo sfondamento di volte e solai e indebolì le pareti delle case. L’area di risentimento comprende buon parte della Toscana e forse le Marche settentrionali. Le vittime raggiunsero il centinaio. A Città di Castello furono avvertite repliche fino alla fine di ottobre 1789.

Dati e mappe interrogabili: Database Macrosismico Italiano DBMI15