Il 5 febbraio 1783 ebbe inizio un lungo e devastante periodo sismico che interessò tutta la Calabria centro-meridionale e il messinese, provocando la distruzione di moltissime località e danni gravissimi in molte altre. In meno di due mesi si verificarono 5 fortissime scosse distruttive: il 5, il 6 e il 7 febbraio, e poi il 1 e il 28 marzo; gli effetti cumulativi di questi terremoti, le cui aree epicentrali migrarono progressivamente dall’area dello Stretto di Messina alla “Stretta” di Catanzaro, furono devastanti sia sul contesto antropico che sull’ambiente naturale. Complessivamente quasi 200 località furono pressoché totalmente distrutte, 33 delle quali dovettero essere ricostruite in siti diversi; quasi 30.000 persone persero la vita, i suoli e il sistema idrogeologico dell’area subirono enormi sconvolgimenti e dissesti. Gravissimi danni e crolli interessarono anche le città di Messina, Reggio Calabria, Catanzaro, mentre danni minori si ebbero a Cosenza e in tutta la Calabria settentrionale, verso nord, e nelle isole Eolie e in alcune località dell’area etnea, verso sud-ovest. Le scosse più violente furono avvertite fino a Palermo e, a nord, fino a Napoli, Salerno e a Otranto. Ai 5 eventi principali seguirono centinaia e centinaia di repliche che si protrassero per più di tre anni.
5 febbraio 1783, Calabria
