5 giugno 1688, Sannio

Nel pomeriggio del 5 giugno 1688 un violentissimo terremoto colpì una vasta fascia dell’Appennino meridionale, all’epoca sotto il Regno di Napoli. Gli effetti furono disastrosi in un’area estesa dai Monti del Matese al Beneventano e all’Irpinia, e raggiunsero livelli catastrofici nel Sannio, dove interi paesi furono totalmente distrutti, con un numero di vittime molto elevato. Molti centri ubicati nelle attuali province di Benevento e di Avellino subirono effetti devastanti, con estesi crolli. Complessivamente oltre 160 località riportarono distruzioni o danni più o meno gravi. Fra queste anche le città di Napoli, Avellino e, soprattutto, Benevento. Nel capoluogo beneventano gran parte degli edifici sia pubblici che privati crollarono o furono danneggiati molto gravemente, e circa 2000 abitanti della città rimasero uccisi. Gravi danni si ebbero a Napoli, con numerosi crolli e alcune decine di vittime.Il terremoto causò anche vistosi e imponenti effetti ambientali. Nell’area epicentrale si aprirono grandi fenditure nel terreno e ci furono frane che in qualche caso causarono ulteriori distruzioni e vittime. Il regime acquifero della zona risultò alterato e sconvolto: furono segnalati intorbidamenti o modifiche nella portata delle acque sorgive, alcune sorgenti scomparvero, mentre se ne formarono di nuove. I fiumi Sabato e Volturno subirono deviazioni e intorbidamenti.Complessivamente il terremoto causò circa 10.000 vittime, concentrate in gran parte nei centri del Sannio maggiormente colpiti. La scossa principale fu seguita da numerose repliche che furono avvertite fino a dicembre dello stesso anno.”

Dati e mappe interrogabili: Database Macrosismico Italiano DBMI15