Violento terremoto nella Calabria centrale, avvertito in tutta l’Italia meridionale, dalla Sicilia centro-orientale alla Puglia, al Molise e a Napoli. Gli effetti più gravi si manifestarono nella fascia tirrenica attorno al golfo di Santa Eufemia, tra Aiello Calabro (CS) e il massiccio del Monte Poro. Una quindicina di paesi furono quasi completamente distrutti e danni gravissimi, con crolli estesi, si verificarono in numerose località del Vibonese, del Catanzarese e del Cosentino. La violenza della scossa fu tale che causò danni in tutta la Calabria, più gravi lungo la fascia tirrenica dalla Piana di Gioia Tauro alla Valle del Crati e nella “Stretta” di Catanzaro, più contenuti sulla costa ionica e nelle estremità settentrionale e meridionale della regione. Colpite, seppur con danni minori, anche le principali città calabresi, da Cosenza a Reggio Calabria, da Catanzaro a Crotone I danni si estesero, verso O-SO, anche alle isole Eolie e ad una trentina di comuni del Messinese, compresa la stessa città di Messina, dove molti edifici rimasero lesionati; verso N-NE ci furono casi sporadici di danni leggeri in qualche località della Basilicata e delle province di Taranto e di Salerno. Il terremoto innescò anche un maremoto di dimensioni relativamente modeste, che colpì in particolare le coste tirreniche, senza gravi conseguenze.Complessivamente, secondo i dati ufficiali del governo, i comuni colpiti furono 326, le case danneggiate oltre 14.000, delle quali 8.200 crollarono o dovettero essere demolite. I morti furono più di 500, circa 300.000 i senzatetto. All’evento principale seguirono centinaia di repliche che perdurarono con frequenza via via decrescente fino al 1907.
8 settembre 1905, Calabria
